Forte adesione alla petizione lanciata da Sinistra Progetto Comune perchè la targa esca da Palazzo Vecchio e sia apposta sul Ponte Vespucci. “Non è una battaglia politica, ma una questione di civiltà”
Oltre 650 firme raccolte in appena quattro giorni, delle quali più di 420 a Firenze. E’ un successo la raccolta di sottoscrizioni lanciata da Sinistra Progetto Comune per chiedere che la targa realizzata per ricordare l’assassinio di Idy Diene, esca dagli uffici comunali dove è riposta e trovi finalmente la sua giusta collocazione sul Ponte Vespucci accanto quella voluta dalla cittadinanza attiva e dal mondo attivo sui temi dell’antirazzismo.
La petizione comunque va avanti (https://www.firenzesolidale.it/la-targa-del-comune-di-firenze-per-idy-diene-su-ponte-vespucci/) e il passo successivo per Antonella Bundu e Dmitrij Palagi adesso sarà quello di contattare l’assessore Martini che ha risposto all’interrogazione presentata dal gruppo di minoranza in Consiglio per poi consegnare prima di Natale le firme al nuovo prefetto Alessandra Guidi perché, sottolineano, “una semplice targa rappresenta molto, come attestano due voti del Consiglio comunale”.
“Il nostro gruppo – spiegano – ha sostenuto e contribuito alla costruzione di questo strumento per far uscire la discussione da un livello solamente istituzionale. Non è una battaglia di una parte politica, ma una questione di civiltà, che ha trovato ampia condivisione tra l’associazionismo e le forze sindacali”.
Idy, senegalese, aveva 53 anni e da 20 era in Italia. Viveva a Pontedera e ogni giorno veniva in treno a Firenze dove faceva l’ambulante in Oltarno. Fu ucciso il 5 marzo 2018 sul Ponte Vespucci con sei colpi di pistola da Roberto Pirrone, poi condannato a 30 anni di reclusione con rito abbreviato. Pirrone, oberato di debiti, era uscito di casa con l’intenzione di uccidersi,ma sulla sua strada per caso aveva trovato Idie e contro di lui decise di scaricare la pistola che aveva in tasca.
“Sono tempi – aggiungono ancora i due consiglieri di SPC – in cui si pensa che le raccolte firme telematiche possano sostituire forme più classiche di partecipazione. In questo caso ci teniamo a evidenziare come sia stata posta attenzione anche allo strumento scelto, evitando piattaforme che utilizzano i dati di chi firma per fare profitto e soprattutto dando un contesto chiaro a questa campagna, specifica e che si innesta sul lavoro dell’associazionismo che va avanti da anni, oltre che sul rapporto tra Consiglio comunale e Giunta. Confidiamo che possa essere un contributo per tutta la Città, fuori da qualsiasi polemica”.