Sull’Arengario di Palazzo Vecchio, oltre al sindaco Nardella hanno partecipato il primo cittadino di Atene Kostas Bakogiannis, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori e il rabbino capo Gadi Piperno
Piazza della Signoria a Firenze gremita per chiedere la pace in Ucraina e dire no alla guerra. Tante le bandiere della pace, insieme a quelle dell’Ucraina e anche della Georgia. In piazza anche rappresentanti della comunità lituana, oltre a sindacati e istituzioni. Saranno state almeno 5.000 le persone radunatesi davanti all’Arengario per testimoniare la solidarietà e la vicinanza al popolo ucraino sottoposto da quattro giorni all’invasione da parte delle truppe russe di Vladimir Putin. Sull’Arengario anche il sindaco di Firenze Dario Nardella insieme al primo cittadino di Atene Kostas Bakogiannis, al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, all’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori e al rabbino capo Gadi Piperno.
A prendere la parola anche la rappresentante del consolato ucraino a Firenze Oxana Polattaitchouk che ha ringraziato l’Italia. “Stanno radendo al suolo le nostre città, muoiono anche i bambini. Grazie per il vostro appoggio siete un popolo straordinario, un esempio di civiltà e democrazia. Stiamo raccogliendo viveri, medicinali e soldi da mandare in Ucraina. Abbiamo ricevuto parole di sostegno anche da amici russi, anche loro hanno bisogni di vivere in un paese civile e chiediamo libertà anche per loro”. “Coraggio – ha detto il sindaco Nardella – la lotta per la democrazia e la libertà va sempre portata fino e fondo e chiediamo che si apra immediatamente un negoziato per la pace a oltranza”. Il primo cittadino fiorentino ieri sera intorno alle 23 ha sentito per telefono il suo omologo di Kiev Vitalij Klitschko. “Gli ho mandato foto delle piazze italiane colme di gente che invocano la pace – ha aggiunto emozionato – E’ stata una telefonata molto commovente Siamo vicini alla città di Kiev, con cui Firenze è gemellata dal 1967. Klitschko si è commosso e mi ha ringraziato per la nostra solidarietà. Era in un luogo nascosto, col fratello, armati. Era stanco e preoccupato per la situazione. Gli ho trasmesso tutta la nostra vicinanza”.