La clamorosa iniziativa di un gruppo di residenti in viale Manfredo Fanti e nelle strade limitrofe stanchi della musica sparata a palla dalle casse dell’impianto sportivo. “Vogliamo che il rumore sia limitato, il riposo è un diritto”
Residenti in rivolta contro la palestra che spara musica a palla fino a sera inoltrata e impedisce così di poter ascoltare la musica o la televisione in casa, o anche soltanto di riposare tranquillamente dopo una giornata di duro lavoro oppure di chiacchierare tranquillamente in famiglia all’ora di cena. Succede allo stadio, tra Viale Manfredo Fanti e via Sirtori, dove da parecchi anni opera la B-Side, posto molto frequentato che da un po’ di tempo ha iniziato a proporre corsi di spinning seguitissimi, con decibel sparati a tutto volume passando dall’hard rock ad Andrea Bocelli, il tutto mixato dalla voce potentissima dell’istruttrice-motivatrice che entra letteralmente negli orecchi massacrandoli. Gli abitanti della zona in verità ci hanno provato diverse volte a chiedere di abbassare i volumi della musica, anche minacciando di far intervenire la Municipale, ma i tentativi fino a questo momento non sono serviti a nulla.
E così un gruppetto di loro questa mattina, domenica 9 ottobre, ha organizzato una raccolta firme, preannunciata nei giorni scorsi con cartelli che sono anche stati strappati, dal lato opposto della struttura sportiva per chiedere ancora una volta di ridurre l’intensità dei suoni. Perché se è un diritto quello degli utenti della palestra di potersi allenare nella pratica che più ritengono idonea per loro e come meglio desiderano, lo è altrettanto quello al riposo di chi ha le finestre davanti alla tensostruttura e invece si trova fortemente penalizzato dai megawatt pesantemente scaricati dalle potentissime casse acustiche. “Qui è così tutti i giorni dalle 8 del mattino alle 22.20 di sera – spiega Sergio Bartoli, promotore dell’iniziativa che abita proprio davanti alla B-Side –: se uno deve studiare, si sente male, se torna da lavorare perché magari ha fatto il turno di notte non può stare tranquillo per via del rumore che arriva dalla palestra. Questa iniziativa è stata organizzata per limitare il rumore. Noi non chiediamo la chiusura della palestra, sarebbe una cosa stupida. Ma vogliamo che il rumore provocato dalla musica ad altissimo volume venga limitato. Non so come facciano ad allenarsi in quelle condizioni e noi che stiamo dalla parte opposta abbiamo un tale rimbombo in casa che bisogna parlare con un livello più alto sennò non ci si capisce: senza dire delle finestre che siamo costretti a tenere chiuse per attutire almeno un po’ il frastuono. Con questa raccolta firme vogliamo sensibilizzare le autorità a un maggiore controllo: insomma che facciano le autorità”.
Bartoli racconta di essere stato a parlare con i gestori, ma il risultato è stato un nulla di fatto. “Anzi – sottolinea -, come diciamo noi a Firenze sono stato addirittura preso per il sellino. Non abbiamo trovato un muro, abbiamo trovato una diga invalicabile. Ora però, con i cartelli che abbiamo attaccato ai portoni delle nostre case, il rumore sembrerebbe essersi abbassato”. Una buona spia per quelli che saranno i rapporti futuri? Loro ci sperano fortemente. In tre ore il banchetto ha ottenuto una centinaio di sottoscrizioni. Le firme raccolte adesso saranno inviate all’ufficio protocollo del Comune, nella speranza che si arrivi presto a una soluzione che accontenti tutti.